martedì 8 gennaio 2013

La Regola del Silenzio

Robert Redford


Robert Redford ha 75 anni e non ha perso un'oncia del fascino leggendario con il quale ha inondato lo schermo negli ultimi cinquant'anni.
Nel 2011, durante un seminario di Yahoo a Cannes, qualcuno gli chiese quale fosse il suo segreto per continuare a sembrare un eterno ragazzo. La candida risposta fu la seguente:
"Mi mantengo in forma facendo del buon sesso. Per una buona storia da raccontare ed una vita vissuta come si deve, il sesso è fondamentale".

Onde non dover accusare l'universo di essere ingiusto io spero che sia una boutade...

In mezzo secolo di carriera Redford ha dimostrato di essere non solo un uomo di ultraterrena bellezza ma un attore di razza, un regista capace, un uomo impegnato nelle battaglie per i diritti civili e un talent scout con un gran fiuto (dal Sundance Festival sono usciti nomi come Tarantino, Nolan e Aronofsky).
Io che lo idolatro da quando avevo dodici anni e che venivo sbertucciata dalle mie amiche che sbavavano per Miguel Bosè, non sono forse un giudice imparziale ma ho sempre pensato che fosse un mostro sacro e il tempo credo lo abbia dimostrato.
La regola del silenzio, solita traduzione a casaccio dall'originale The company you keep è un film che si avvale di un cast che solo lui poteva mettere insieme: si va dall'inossidabile Susan Sarandon a Stanley Tucci, da una malinconica Julie Christie all'odioso ma bravo Shia LaBeouf, da Sam Elliott a un torrefatto Nick Nolte, passando per Terrence Howard e Jackie Evancho. 
Tutti bravissimi e molto in parte in questo thriller teso e antiamericano che prende le mosse da un episodio degli anni '70, (quelli della contestazione alla guerra in Vietnam e alla politica estera nordamericana), per dipanarsi ai giorni nostri.
Il protagonista, un avvocato vedovo e padre di una bambina, dovrà fuggire attraverso tutti gli Stati Uniti, per poter ristabilire una verità ignorata e distorta per trent'anni.
A mettere in moto la caccia all'uomo, un giornalista giovane e molto ambizioso, LeBeouf appunto, deciso a non mollare l'osso pur di procurarsi un posto al sole nel mondo della carta stampata e che non si guadagna le simpatie del pubblico... (spiace dirlo ma Bob Woodward e Carl Bernstein in Tutti gli uomini del Presidente erano un'altra cosa).

So che non aggiunge nulla alla trama o al valore del film ma mi si permetta di rendere omaggio a un uomo che a 75 anni compiuti, inseguito dall'FBI, corre in salita negli scoscesi boschi dell'Upper Peninsula e lo fa per permettere alla donna che ha sempre amato di poter sfuggire alla cattura. L'eroe romantico de La mia Africa e A piedi nudi nel parco non ci delude mai... 

















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